E’ oramai scientificamente provato che il nostro corpo accusa le variazioni climatiche.
Le variazioni di pressione atmosferica possono causare cefalea, dolori articolari, muscolari e tendinei, nonchè il riacutizzarsi dei dolori di precedenti fratture e cicatrici.
Il cambiamento di pressione barometrica provoca ripercussioni sulla nostra pressione sanguigna:
All’arrivare del mal tempo, la pressione si abbassa, quando migliora, si alza.
Quando scende la pressione esterna, il sangue e i fluidi contenuti nel nostro corpo si espandono.
Quando la pressione aumenta, invece, si contraggono.
Questo fenomeno può provocare dolore per il fatto che, se i fluidi e il sangue contenuti nel corpo iniziano a premere su zone sensibili, possono stimolare i nervi e produrre una sensazione che va dal fastidio al vero e proprio dolore.
Alcune zone del corpo sono più sensibili di altre in questo contesto: le articolazioni.
Gomiti, ginocchia, caviglie, polsi e collo sono avvolti da un liquido chiamato liquido sinoviale.
Se si espande in una struttura solida, come quella costituita dalle ossa, esercita una pressione maggiore. Quindi i nervi soffrono di più.
Sebbene le articolazioni siano le parti del corpo più sensibili, soltanto coloro che hanno già qualche problema di sofferenza articolare risentono di tali variazioni climatiche.
Parliamo dunque di chi soffre di artrosi, gotta, mal di testa.
Il problema della cefalea è causato dalla dilatazione dei vasi sanguigni cerebrali, che vanno a toccare le terminazioni nervose e danno la sensazione di dolore.
Il principio è lo stesso, anche se si manifesta in una zona del corpo differente: quando si abbassa la pressione atmosferica, si dilatano le vene che provocano mal di testa.